Da un punto di vista tecnico la
permuta avviene quando si scambiano beni o servizi
di valore diverso compensando la differenza a
favore di chi vende merce di maggior pregio. In
campo immobiliare la permuta diretta, cioè
lo scambio di case tra due persone, è un
evento veramente raro.
La permuta diretta degli immobili, quando entrambi
i soggetti sono privati e quindi non sottoposti
e regime Iva, ha vantaggi fiscali notevoli: le
tasse si pagano solo sull’immobile di maggior
valore e, poiché si effettua un unico atto,
si risparmia molto anche sulla parcella del notaio.
Nonostante
queste opportunità la permuta diretta avviene
molto raramente, perché è difficile
far combaciare perfettamente le esigenze di compratore
e venditore. Bisognerebbe trovare contemporaneamente,
ad esempio, una acquirente che vuole una casa
più piccola e uno che ne desidera una più
grande.
Oltre
a questo operazione, con precisi connotati giuridici
e fiscali, sul mercato vengono identificate con
il nome di permuta altre operazioni dette anche,
con evidente richiamo al mondo dell’auto,
del ritiro dell'usato. Nella cantieristica capita,
soprattutto nelle fasi meno brillanti di mercato
e quindi non adesso, che chi vende un'abitazione
sulla carta accetti in conto vendite la vecchia
casa di chi intende acquistare. L'operazione non
presenta particolari rischi, a condizione naturalmente
che il prezzo di ritiro sia adeguato e che sia
ben specificato che si lascerà il vecchio
appartamento solo quando sarà abitabile
quello nuovo. Non si gode però dei vantaggi
fiscali sopra ricordati perché una delle
parti è sicuramente soggetto Iva e non
si possono compensare tra loro Iva e imposta di
registro. Per il costruttore l'operazione non
è esente da problemi, perché o si
intesta direttamente l'appartamento con un rogito,
e quindi praticamente butta via i soldi delle
tasse di registrazione, o si fa rilasciare una
procura a vendere (come succede per le auto),
creandosi però grossi problemi fiscali.
Comunque, analogamente a quello che succede per
le autovetture, dove nessuno ritira una vecchia
macchina di grossa cilindrata per vendere un’utilitaria
nuova, il costruttore prende in considerazione
l’ipotesi di ritirare la casa dell’acquirente
solo se questa vale considerevolmente meno di
quella che intende vendergli. Altra cosa è
quando il costruttore accetta un incarico di vendita,
affidando l’incombenza alle agenzie di intermediazione
con cui è collegato: qui si instaura un
normale rapporto tra cliente e agenzia.
Non
bisognerebbe invece mai credere alle promesse
(sempre più rare in verità) delle
agenzie che garantiscono il ritiro dell'usato.
A parte il fatto che la medesima società
non può legittimamente esercitare l’intermediazione
e il trading, i margini di guadagno dei mediatori
non giustificano mai l'acquisto diretto di un
immobile pur di venderne un altro. O perlomeno
non giustificano l'acquisto a un prezzo equo.
Se il mediatore si dice disposto a comprare lui
la casa si può star certi che il prezzo
di stima è notevolmente più basso
di quello reale. |