E’
inutile nasconderlo: comprare casa comporta qualche
rischio, perché le leggi italiane non tutelano
a sufficienza il potenziale acquirente. E’
necessario effettuare alcuni controlli formale
per valutare se la transazione presenta aspetti
a rischio. In questo caso avere a che fare con
un’agenzia immobiliare seria e con un nome
da difendere sul mercato è una garanzia
molto importante, perché i controlli sulla
vendibilità dell’immobile li fa preliminarmente
l’agenzia, che non ha nessun interesse a
rischiare il suo nome per guadagnare una parcella
in più.
Se si tratta direttamente con un privato i punti
su cui concentrarsi sono quattro:
La titolarità del
possesso.
Chi vende deve essere necessariamente il proprietario,
o il suo procuratore nominato con atto notarile.
La titolarità del possesso è verificabile
presso la Conservatoria del registro (dove si
può anche controllare l'esistenza di ipoteche)
nel capoluogo della provincia in cui si trova
l'immobile.
La presenza di eventuali
ipoteche.
Nell’atto di trasferimento è scritto
che l’immobile è venduto libero da
ipoteche, ma attenzione, il notaio, senza uno
specifico incarico da parte del cliente e se l’atto
di vendita rogito avviene nella forma della scrittura
privata autenticata (ne parliamo nel paragrafo
dedicato al rogito) non ha l’obbligo professionale
di verificare che le dichiarazioni del venditore
siano autentiche. Se il venditore dichiara il
falso sono guai. L'ipoteca infatti segue l'immobile
e non chi l'ha accesa, e se non la si paga c'è
il rischio di un'esecuzione immobiliare, cioè
di una vendita all'asta giudiziaria, per evitare
la quale non resta che pagare il debito residuo.
Anche se una situazione del genere permetterebbe
sicuramente la risoluzione del contratto di compravendita,
farsi ridare i soldi non è cosa affatto
agevole, specialmente da persone che fanno trucchi
del genere. Esiste però un modo di controllare
l'esistenza di ipoteche ci si può recare
alla Conservatoria dell'ufficio del registro immobiliare
(che è più aggiornato del catasto)
con nome, cognome, data di nascita e paternità
del venditore. Dopo un po' di coda si potrà
sapere se a quel nome risulta intestata la registrazione
di una qualsivoglia ipoteca.Questi controlli sono
inutili se per acquistare l’abitazione si
intende accendere un mutuo. In questo caso sarà
la banca a verificare nel suo proprio interesse
l’esistenza di precedenti ipoteche Se invece
si reputa conveniente accollarsi un mutuo esistente,
bisogna verificare che il venditore sia in regola
con i pagamenti.
La corrispondenza tra la
planimetria esistente al catasto e quella attuale.
Abbiamo accennato sopra alla necessità
che tutte le variazioni siano state autorizzate
o condonate. Di norma nel rogito è contenuta
una dichiarazione del venditore sulla regolarità
edilizia dell’immobile e i controlli sulla
planimetria sono compiuti di routine dai notai
ma anche qui vale quanto detto a proposito delle
ipoteche. Molta attenzione va posta all’esistenza
di eventuali condoni, visto che le domande sono
valutate ad anni di distanza e possono anche essere
respinte. Introducendo nel rogito una clausola
per cui tutte le spese derivanti da irregolarità
urbanistiche compiute dal venditore rimarranno
a suo carico ci si mette al riparo da sorprese,
ma è meglio sapere prima come stanno le
cose.
La professione del venditore.
Bisognerebbe sempre sapere se chi vende è
un soggetto a rischio di fallimento e quindi se
ha un’attività imprenditoriale in
proprio o in una società di persone (S.n.c.,
S.a.s.).
Nel malaugurato caso di un crac del venditore,
la casa che si intende acquistare servirebbe per
soddisfare le pretese dei creditori e tutte le
somme versate a titolo di acconto finirebbero
nel calderone del passivo. Se si ha il sia pur
minimo sospetto bisognerebbe spingersi fino a
far effettuare una misura sul bollettino dei protesti
e assumere informazioni bancarie. |