Nelle
nostre leggi, quando si deve indicare un criterio
di comportamento economico, si parla spesso della
“diligenza del padre di famiglia”.
La prima regola del buon padre che vuole amministrare
i beni dei suoi cari è non fare mai il
passo più lungo della gamba. E’ un
criterio che deve valere più che mai quando
si progetta l’acquisto di una casa.
Il primo aspetto da valutare è il proprio
patrimonio. La cosa è semplice se si dispone
di congrui risparmi e non si ha bisogno di vendere
un altro immobile per comprare. In questo caso
si decide quanta parte del proprio portafoglio
vada lasciato in beni più liquidi (azioni,
fondi, obbligazioni ecc) e il calcolo è
bell’e fatto.
Nell’esperienza
quotidiana, però, si riscontra che un’ipotesi
come questa avviene raramente. Nella stragrande
maggioranza dei casi chi compra una casa in cui
andare ad abitare o lo fa per migliorare la propria
situazione (appartamento più grande, più
prestigioso, meglio ubicato ecc) o per necessità
(giovani che stanno dando vita a un nuovo nucleo
familiare, famiglia sfrattata dall’alloggio
in affitto) Nel primo caso di norma la somma necessaria
per poter comperare la casa nuova si ottiene grazie
al contributo decisivo della vendita della casa
vecchia; nella seconda ipotesi quasi sempre per
comperare è necessario accendere un mutuo.
Se
si compra dovendo prima cedere il vecchio alloggio
la priorità assoluta è mettere in
budget la cifra che si potrà ricavare dalla
vendita della casa in cui si abita, effettuando
una stima estremamente prudenziale. Se invece
si sa già a priori che bisognerà
ricorrere a un mutuo il calcolo andrà fatto
sul reddito attuale, partendo dal presupposto
che una banca di norma non stipula mai mutui che
comportino per il debitore il pagamento di una
rata superiore al 25-30% del reddito accertabile.
Questo, indipendentemente dal valore dell’immobile
dato in garanzia.
Infine,
non bisogna dimenticare che i propri conti vanno
fatti sulla spesa effettiva e non sul prezzo a
cui si comprerà la casa. Al prezzo di acquisto,
infatti, vanno sommate altre quattro voci, due
inevitabili, il notaio e le imposte, due eventuali,
l’intermediazione e il trasloco. Sono aspetti
che analizziamo dettagliatamente in altre parti.
Qui però può essere utile un piccolo
riassunto. |